Gabiano nel Medioevo
Nella seconda metà del XII secolo Gabiano cadde sotto il dominio del Marchese del Monferrato e presto, accanto alla fortezza, rimaneggiando e accorpando vecchi edifici del Ricetto, venne costruito un bel palazzo difeso da solide mura.
All'esterno, verso sud, si trovavano invece gli Airali, le aie pubbliche adibite all'essicamento e alla trebbiatura della fienagione.
Il Ricetto, o almeno ciò che ne era rimasto, sarebbe divenuto il borgo del nuovo palazzo, il centro attorno al quale sarebbe cresciuto il paese.
Infatti molti notabili locali e proprietari di fondi - tornati vittoriosi dalle crociate, avrebbero reclamato nuovi diritti e pagato in moneta sonante il riconoscimento della propria libertà: nasceva così il Comune di Gabiano, di cui è attestato per la prima volta un consiglio nel1287.
Si deliberava in quell'occasione di cedere in dono lotti edificabili a chi volesse porsi sotto la tutela e la guida del nuovo borgo.
Chi fosse originario del luogo, avrebbe potuto chiedere aiuto agli altri abitanti, chi avesse posseduto buoi o un carro avrebbe trasportato ghiaia, mattoni e legname per un giorno a proprie spese, chi non le avesse, avrebbe prestato il proprio lavoro manuale.
Ecco come doveva apparire Gabiano alla fine del XIII secolo: alto sulla cima del colle appariva il possente Palazzo del Marchese del Monferrato, con le sue alte mura e un profondo fossato, la sua porta era sempre chiusa.
Presidiato da un castellano di nomina marchionale il Castello era difeso da guardie mercenarie.
All'ombra del castello sorgeva ancora l'antico Ricetto attorno al quale, addossate l'una all'altra, si erano costruite molte abitazioni a formare la nuova "Villa"; ancora oltre rimanevano gli Airali.
La Villa era affollata e nel perimetro delle mura i bovari devono scendere dal carro e procedere con il pungolo davanti ai buoi.
Nelle mura, che circondavano l'abitato, si apriva una porta munita da una torre e un ponte levatoio.
Di giorno la porta era spalancata, mentre di notte era chiusa a chiave e le mura erano sorvegliate a turno dai capi famiglia.
Una comoda strada, passata la porta nelle mura, scendeva poi verso la pievania, Sant'Aurelio e Cantavenna, mentre altre scendevano verso il Po, per raggiungere i mulini ad acqua e il traghetto.
Nel XVI secolo, con il mutare delle esigenze di difesa, alla porta venne aggiunto un rivellino, una sorta di piccolo castello separato dalle mura del Borgo costruito a precedere un fossato erboso dove spesso, nonostante i divieti, si portavano gli animali a pascolare.