Itinerari
Nel momento più oscuro dell'età di mezzo, tra sesto e settimo secolo dopo Cristo, quando poco o nulla rimaneva delle istituzioni romane, i barbari avevano invaso il territorio di Gabiano sfruttando il facile guado lungo il fiume Po. Tuttavia le popolazioni romano-barbariche non si insediarono nel castrum romano.
Sicuramente Longobardi, i nuovi abitanti si sarebbero stanziati in nuovi villaggi cui avrebbero dato nomi derivati dalla propria lingua.
Nacquero allora Varengo, Zoalengo, Mincengo, Martinengo: il suffisso germanico "engo" significa infatti "comunità".
A confermare l'origine germanica troviamo poi in documenti più tardi, le voci "Varengi" e "Varingi" in riferimento a popolazioni germaniche del nord al servizio di Costantinopoli durante la quarta crociata. La profonda impronta lasciata dai Longobardi sul territorio di Gabiano è ancora rintracciabile nel cognome delle famiglie Garimanno, raccoltesi - come si può leggere ancora oggi in una bella planimetria del territorio realizzata a Montiglio nel 1838 - negli abitati di case del Garimanno a Sessana.
Per i longobardi infatti Arimmannus era l'uomo libero armato, membro dell'esercito; anche successivamente al dominio longobardo, "arimanno" avrebbe indicato un soldato beneficiario di un appezzamento di terra data come ricompensa per le battaglie combattute in nome del proprio re.
Sotto il dominio dei franchi, il termine continua a mantenere il suo significato spostandosi però da parola d'uso comune a termine giuridico: gli Arimanni sono membri di un ceto di liberi possessori in rapporto diretto con il potere pubblico cioè liberi da qualunque vincolo clientelare e vassallatico e da condizionamenti signorili. Erano uomini liberi che dovevano compiere tutte le prestazioni richieste al loro rango: partecipazione all'esercito, manutenzione di vie e ponti, custodia delle assemblee giudiziarie.
Inoltre un riferimento agli Arimanni di Casaliglo, trovato in un diploma ottoniano del 999 d.C. che confermava privilegi concessi alla diocesi di Vercelli sul territorio di Gabiano, lascia pensare che un altro acquartieramento longobardo dovesse trovarsi nei pressi di Casaletto, piccola frazione di Gabiano che forse possiamo identificare con la località di Casalello proprietà di Pietro Calearius (Caligaris ?) donata - come possiamo leggere in un documento del 1230 - al Monastero di Rocca delle Donne dopo la morte dell'amata sposa.
Con il disfacimento delle istituzioni carolinge e la crescita dei poteri signorili, tra X e XI secolo gli Arimanni finirono per scivolare nei ranghi della popolazione dipendente dalle campagne, finché il termine stesso scomparve del tutto.